domenica 10 dicembre 2006

Preso orribilmente a sganascioni dal mutamento di usi e costumi dopo aver raggiunto l’acme della passione.

PARTE SECONDA

Subdolamente cercai di capire se nel corso di questo party infame, Lilian ci avrebbe graziato con la sua presenza. Esisteva un barlume di possibilità. Quindi, comunicai a Flavia la mia intenzione di partecipare alle festività, la cui, posseduta da chissà quale tipo di demenza temporanea, improvvisò un tristissimo gesto di vittoria.
In macchina, Flavia mi chiese se quella sera avrei dormito a casa sua. Sbigottito dalla proposta (vedi post La spietata dinamica del Twist, infra) risposi di essere incerto riguardo gli eventi che avrebbero preso luogo quella sera. Arguii che la demenza di Flavia non era temporanea.
Fui piacevolmente colpito dall’organizzazione del party. Marco e sua moglie Clara avevano soverchiato qualsiasi mia aspettativa di squallore. C’era il banchetto appoggiato al muro, tovagliato di bianco, con in mezzo una cofana di patatine, due ciotole di party mix (gli stuzzichini che nessuno ha mai mangiato) e diagonalmente disposte, su di un lato, c’erano due bottiglie di Coca Cola e una torretta di bicchieri di carta, sul lato opposto della tavola si trovavano invece due bottiglie di Birra Poretti, accostati anch’essi ad un’altra torretta di bicchieri di carta.
Travolto da questa dovizia di vivande, mi tuffai sulla birra Poretti.
“Non vorrei sbagliarmi…ma i bicchieri di carta, posizionati così vicini alle bottiglie, forse, volevano dare l’impressione che tutti potessero avere in usufrutto un’equa porzione di birra Poretti, la presenza dei bicchieri, inoltre, garantiva che la birra sarebbe stata priva di particelle salivari …indi per cui, non credo che a te toccasse una bottiglia intera, né credo che gli intrattenitori siamo particolarmente estasiati dalla vista di te che bevi dalla bottiglia.” Disse Flavia.
“Beh, ho pensato che prima o poi stasera avreste avuto bisogno di una bottiglia vuota per fare i vostri giochini …Cazz@! Clara ci ha puntati, si sta dirigendo verso di noi!“
“Toh! Guarda, c’è Mauro, io vado a salutarlo.” Esclamò Flavia mentre mi abbandonava come un cane su un’autostrada.
Mi ricordai che da piccolo, dopo essere stato circondato da un gruppo di cani randagi, la signora Gina, la panettiera per intenderci, mi disse che semmai qualche cane mi avesse dato fastidio un'altra volta, sarebbe bastato solo ripetere per tre volte “San Vito chiamati il cane” e il cane o i cani avrebbero, immediatamente, cambiato rotta. Rivolgendomi a Dio, pregai per la temporanea estensione della giurisdizione di San Vito affinchè includesse anche altri tipi di compagnia indesiderata.
Ma come al solito, Dio fu fiscale, perché Clara continuò ad avanzare verso di me.
Non un solo minuto della conversazione che seguì la mia invocazione, fu annotato nella mia coscienza; Dicono, in effetti, che Dio operi in modi misteriosi. Il miracolo comunque avvenne mezz’ora dopo, quando Clara venne chiamata in cucina, ed io attraverso gli occhi ormai appannati dalle lacrime che si erano cristallizzate durante il monologo di Clara, vidi Lilian entrare timidamente con una bottiglia, incartata con tanto di fiocco, in mano. Il suo nome echeggiò e come una povera martire venne subito circondata da Filistei pronti a renderla soggetto della loro mentalità meschina e conformista; capii che dovevo aspettare il mio turno. Aprii l’altra bottiglia di Poretti e senza che me ne accorgessi mi trovai a cantare, appoggiato al muro con lo sguardo che vagava nel vuoto, la canzone che stava suonando in quel momento; State of the Nation degli Industry (il cd era 80s revival, che quasi mi sentivo in uno di quei film con Molly Ringwald e Andrew McCarthy; l’unica differenza era che noi non eravamo esattamente adolescenti ingenui ma trentenni provati e frustrati). Fu proprio durante la doppia voce che fa “a message from the telephoooone” e “I’m waiting for the chance to come home” che mi accorsi che Lilian mi stava osservando e arrossii, il che la fece ridere. E questa fu cosa buona, perché mi gesticolò di aspettare. Un minuto dopo, con molta grazia riuscì a congedarsi dagli scellerati interlocutori e venne incontro a me. In quel momento, la canzone “nel sole” di Albano suonava … nella mia testa.
(...)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero che in barba alla fiscalità divina tu le sia saltato (idealmente) addosso... :-)) Sono curiosissimo di sapere come va a finire!
Ciao D

neo_scapigliato ha detto...

Ben ritornato! Dato che sembra che in questi giorni magri pre-natalizi tu sia l'unico ad assoggettarsi ai miei avvilenti racconti, come premio ti do un'anteprima...ci sono stati salti, urla e ... una tombola! Per il resto dovrai ricollegarti...
Ciao e grazie!