lunedì 11 dicembre 2006

Preso orribilmente a sganascioni dal mutamento di usi e costumi dopo aver raggiunto l’acme della passione.

PARTE TERZA E ULTIMA

“Noto con piacere che non sei per niente cambiato” disse Lilian mentre mi baciava sulla guancia.
“Vorresti forse dire che il tempo è stato particolarmente clemente con la mia persona?”
“Beh, veramente mi stavo riferendo più alla tua sempiterna avversione nei confronti del genere umano, cioè, stai lì da solo con uno sguardo di disdegno mentre ti affoghi di birra…”
“Si! Va bene…la misantropia blah blah blah, ma come mi stai trovando …attraente come sempre?”
Si mise a ridere: “Oh, l’ostentata vanità…nemmeno quella è cambiata!”
“Hey! La vanità è una virtù, se ostentata con stile”
Mi guardò negli occhi e mi disse: “Stefan, mi fa davvero piacere rivederti, mi sei mancato! Riesci sempre a mettermi di buon umore.”
“Ma dimmi… la tua dolce metà? A casa?”
“Si è a casa…E’ buffo! Quando gli ho chiesto se voleva venire mi ha risposto che non sarebbe venuto perché Marco, Clara e tutta la combriccola gli fanno puzza di proletariato.”
“ovviamente non era al corrente del fatto che ci sarei stato io a ripulire il tanfo con il mio snobismo aristocratico”
“Si, infatti…non era al corrente della tua presenza, altrimenti non sarei potuta venire neanche io”
“E perché?”
“Perché…perché…” si soffermò un po’, sbuffò e guardando altrove mormorò un “non lo so, perché!”
Ma lei lo sapeva. E adesso lo sapevo anch’io.
Conoscevo quello sguardo evasivo, quel soffio emesso con forza, quel respiro inquieto che cerca disperatamente di liberarsi, erano sintomi che avevo già visto prima, ogni volta che una storia stava per finire. Ma stavolta, c’era una rassegnazione in quegli occhi, celata dietro ciglia eccessivamente truccate.
“Allora continuerai a startene da solo qui in un angolo per la tutta la durata della festa?”
“No veramente stavo pensando di uscire a fumarmi una sigaretta”
“Si, in effetti c’è un po’ di caldo”
Sul balcone, dopo aver acceso la sigaretta, fra sguardi ammiccanti e loquaci momenti di silenzio, trovammo finalmente la complicità di sempre. Ad un tratto, Lilian si guardò attorno, come per vedere se ci fosse qualcuno che la potesse vedere, poi mi disse “fammi fare un tiro!” mi afferrò la mano e avvicinò la bocca. Le mie dita sfiorarono lievemente le sue labbra, mentre la sua mano stringeva con forza il mio polso. Smarrito fra i suoi lineamenti nordici, il suo collo incorniciato da capelli biondi, sottili, che odoravano di camomilla, allontanai bruscamente il mio torso che si stava a poco a poco appoggiando al suo.
“questo mi sembra un deja-vù di quando ci nascondevamo a fumare dietro il muro della chiesa.”
“Gia!” disse lei mentre si sventolava il fumo dal viso.
“Penso che a questa età, una sigaretta, te la potresti fumare senza che nessuno ti dica niente.”
Fece un movimento strano con le labbra, lo stesso movimento che fanno le ragazze dopo aver applicato il rossetto. Poi mi disse: “Ho smesso di fumare! Faccio un tiro qua e là, qualche volta.”
Poi, con un modo di fare deciso mi disse: “Senti mi rompo a stare qua, ti va di fare un giro?”
“C’è bisogno di rispondere?”
“Allora vado a prendere il giaccone”
“Te lo vado a prendere io il giaccone se tu invece vai a parlare con Flavia”
“In che senso?”
“Nel senso che…sono venuto in macchina con lei, non so quanto le possa fare piacere se adesso me ne vado con te”
“Beh, allora esci senza farti vedere, anzi farò la stessa cosa anch’io…lo sai com’è, adesso sono una donna sposata.”
“Potremmo uscire dal retro”
“O.K. vado a prendere il giaccone e ci vediamo fuori.”
L’anticipazione di quello che sarebbe potuto accadere mi stava uccidendo. Appena uscito dal portoncino sul retro, con le mani tremanti e il fiato corto, accesi un’altra sigaretta. Lilian arrivò dall’altro lato della strada; era uscita dalla porta principale.
“Ma che hai fatto, pensavo che fossi uscita anche tu come una ladra dal portone sul retro?”
“No, Olga mi ha visto, le ho detto che avevi un fortissimo mal di testa e che ti stavo accompagnando a casa.”
Ci infilammo in macchina e accese i riscaldamenti. Poi mentre gli Hall & Oates cantavano “I can’t go for that” ci avviammo per vie inesplorate.
“Avrei voluto chiamarti…ci sono state molte volte…che…”
“Perché non l’hai fatto?” le risposi.
Con un fermaglio fra i denti, le mani che ricomponevano i capelli e il piede sull’acceleratore mi rispose :”Non potevo! Comunque volevo che tu sapessi che per me nulla è mai cambiato e che, pensare a te, nei momenti di totale depressione, mi ha sempre aiutata.”
“Mi fa piacere”
“E per te?”
“Per me, cosa?”
“E’ cambiato qualcosa?”
Aspettai per rispondere; Odio l’idea di concedermi così facilmente. Ma alla fine la rassicurai dicendole che nulla era cambiato.
Così fermò la macchina, mi cominciò a toccare i capelli e con tono imperativo mi disse: “non fare nessuna domanda, non pensare, chiudi gli occhi e baciami!”
Sembrava sapesse quello che stava facendo, così la seguii.
La passione aveva avuto un’imperdonabile negligenza nei miei confronti ultimamente, ma in quel istante era riapparsa incendiando letteralmente la mia coscienza.
Finalmente, con il solo tatto riuscivo a colmare quell’ormai troppo diffuso vuoto interiore. Questo momento, l’avevo desiderato ormai per troppo tempo, non l’avrei rovinato con pensieri, riflessioni, considerazioni, rimorsi o perplessità . Nel mondo, per quanto mi riguardava, esistevano solo il mio corpo e il suo corpo; nient’altro. Non c’era nemmeno più bisogno di parole.
Ma, una parola ci fu; Purtroppo!
All’acme della passione, Lilian sussurrò: “Si, dai….smucinami così…non ti fermare!”
“AHHHHHHH?????????”
Smucinami! Aveva detto davvero SMUCINAMI? Il verbo smucinare evocava in me il ricordo di numeri di tombola e mani che rovistavano in un sacchetto. Avevo lasciato per un paio d’anni un’amante del romanticismo Inglese, e mi ero ritrovato con una che mi parlava come se stesse facendo uno spot per un telefono erotic@? In quell’istante mi resi conto di aver perso anni ad inventare una storia romantica con la persona sbagliata.
Con uno sguardo di disgusto misto orrore, subentrato alla sua richiesta di smucinamento, potei solo dirle: “Stiamo facendo uno sbaglio… forse e meglio che ritorni da tuo marito.”

4 commenti:

Andrea ha detto...

Ma come "torna da tuo marito"......io mi aspettavo una super tombola con tanto di fagioli per segnare i numeri;-)
Cmq tu e quell'altro siete fissati coi "lineamenti nordici", adesso ho capito circa quella spedizione a caccia di svedesi, argomento che ha eclissato senza tanti problemi il crocifisso!!!

neo_scapigliato ha detto...

La paura fu proprio quella...che da una tuba di Falloppio potesse scendere un numerino...proprio come quando fanno l'estrazione del superenalotto.
Quella per le bionde con gli occhi azzurri non è una semplice fissazione ma bensì una turba psicopatologica che mi porterà alla rovina.
Hmm...se dovessi scegliere un argomento di conversazione tra "le magiche qualità delle svedesi" e "togliere le croci dai muri delle scuole medie"...è dura, ma ho una vaga impressione che le vichinghe vincerebbero!
Ciao Andrea e grazie per il commento!

Anonimo ha detto...

La soluzione potrebbe essere appendere effigi di donne svedesi nelle scuole al posto dei crocifissi... anzi meglio di no,probabilmente produrremmo intere generazioni di Riccardi Schicchi con gravi ripercussioni per il paese!
Di una bionda con gli occhi azzurri sono stato malato anch'io e Andrea, mio amico a tempo indeterminato (che tra l'altro mi sorprende e mi fa molto piacere trovare qui) credo che ne sappia qualcosa... ma passiamo oltre... la discrasia tra la realtà idealizzata e la realtà che vive per davvero, sintetizzata in quello "smucinare" è tanto vera quanto illuminata!
Dopodiché, in barba alla fiscalità divina, secondo me è stato giusto far vincere l'ideale e rifiutare il reale...
Ciao D

neo_scapigliato ha detto...

No, guarda, i ragazzini di oggi hanno già troppa grazia! X-Box, SKY etc. ci manca che adorniamo le classi con le foto delle svedesi; ai miei tempi avevamo Pong, Rai, Uno, la foto di Papa Giovanni e quella di Pertini, e io sono cresciuto....vabè lasciamo perdere!
Sono contento di aver trovato un altro idealista che avrebbe fatto la stessa cosa...